mercoledì 27 aprile 2011

Saturno e Mercurio nelle “Lezioni Americane” di Italo Calvino

di Daniela Frignani 
(Pubblicato sul n. 158 di Linguaggio Astrale)

"Certo il mio carattere corrisponde alle caratteristiche tradizionali della categoria a cui appartengo: sono sempre stato un saturnino, qualsiasi maschera diversa abbia cercato d’indossare. Il mio culto di Mercurio corrisponde forse solo a un’aspirazione, a un voler essere: sono un saturnino che sogna di essere mercuriale, e tutto ciò che scrivo risente di queste due spinte”  [da “Lezioni americane” , Rapidità].
 "Comincerò dicendo che sono nato nel segno della Bilancia: perciò nel mio carattere equilibrio e squilibrio correggono a vicenda i loro eccessi”  [da “Una pietra sopra”, Introduzione].
Le “Lezioni americane” costituiscono il testamento letterario di Calvino, la summa della sua esperienza di scrittore, l’essenza delle letture e riflessioni di una vita, la sintesi di tanti anni di saggistica. Invitato ufficialmente dall’Università di Harvard, nel giugno del 1985, a tenere le “Norton Lectures”, affidate fin dal 1926 a personalità come Eliot, Stravinsky, Borges, egli lavorò con grande trasporto ed energia a questo progetto. Era il primo italiano a ricevere tale incarico. Morì prematuramente nel settembre dello stesso anno, colpito da ictus e in seguito stroncato da un’emorragia cerebrale. Non potè tenere il ciclo delle sei conferenze e ne realizzò solo cinque, pubblicate dalla moglie in un’opera postuma.
Nelle pagine delle “Lezioni americane” l’autore svela molto di sé, forse come non aveva mai fatto, senza la maschera dell’ironia e della strutturazione, fondendo l’analisi della propria opera e della storia della letteratura e distillando una filosofia di vita.  E’ un volo stupefacente attraverso continue immagini letterarie e mitologiche, a volte persino astrologiche vista la sua predilezione per i classici. Affascinante seguirlo dal mito di Perseo e Medusa a Boccaccio, da Shakespeare a Cyrano de Bergerac, da Leopardi a Kafka, passando per Lucrezio, Ovidio, Dante, Lullo, Galileo e molti altri.
Il filo conduttore di questo viaggio è chiaro fin dal primo capitolo intitolato “Leggerezza” che così inizia: “Dedicherò la prima conferenza all’opposizione leggerezza-peso, e sosterrò le ragioni della leggerezza”. Consapevole dello sforzo che gli costa l’agilità mercuriana scrive: “In certi momenti mi sembrava che il mondo stesse diventando tutto di pietra: era come se nessuno potesse sfuggire allo sguardo inesorabile della Medusa”.
Interessanti anche le conclusioni, tra cui la più ragionevole secondo Calvino è: “… la letteratura come funzione esistenziale: la ricerca della leggerezza come reazione al peso di vivere”.
Fin dalla prima volta in cui mi trovai a leggere, seppur distrattamente, queste pagine, sentii in maniera così netta riverberare gli archetipi di Saturno e Mercurio, pur non conoscendo nulla della vita di Calvino, da rimanerne quasi stordita, forse anche a causa delle mie risonanze personali. O forse solo per la sua capacità profonda e pregnante di avere reso vivi questi simboli.
Calvino nasce a Santiago de Las Vegas, presso l’Avana, dove i genitori dirigono una stazione sperimentale, il 15 ottobre 1923, “sotto un cielo in cui il Sole raggiante e il cupo Saturno erano ospiti dell’armoniosa Bilancia” (da “Saggi”, p.2771). La sua è una famiglia di scienziati: il padre agronomo di fama e la madre botanica, prima donna ad ottenere una cattedra ed autrice di molti saggi scientifici; il fratello della madre è un noto chimico che lavora insieme alla moglie; il fratello minore un geologo di fama mondiale, docente presso l’Università di Genova.
Si annota in una sua biografia:  Alludendo alla vocazione scientifica dei familiari Calvino commentava di essere la pecora nera, l’unico letterato della famiglia. In realtà il suo lavoro di scrittore fu, proprio sulle orme paterne, il tentativo di innestare nel corpo erratico e mercuriale della letteratura, una riflessione e una ricerca governate da un metodo preciso”.
Da notare che il padre e la madre sono in età matura, lui ha 53 anni, lei 42.
Calvino ottiene un incarico importante alla casa editrice Einaudi in giovane età: i colleghi lo ricordano taciturno, riflessivo, attento e spesso in disparte, modesto e distaccato.
Ogni singolo elemento di questa nota introduttiva porta il segno di Saturno, connesso alla scienza, alla sperimentazione, all’astrazione, all’agricoltura, all’imponente matura immagine paterna, ai valori di una tradizione passata e in via di trasformazione. In seguito le sue stesse idee politiche portano il marchio di Saturno, legato alle  masse operaie e al proletariato.


Nel tema di Calvino, Saturno si trova nel segno della sua esaltazione, condizione che lo porta ad essere il pianeta con maggiore Dignità essenziale. Maestro della Triplicità d’Aria nelle nascite diurne, la sua posizione è indizio di buona riuscita e realizzazione. E’ congiunto al Sole, a un solo giorno dal sinodo quindi alla distanza di un grado, e la sua configurazione rispetto al luminare è occidentale, una condizione di debolezza che diminuisce le sue virtù malefiche; ha governo sulla Luna in Capricorno e su Mercurio in Bilancia e diventa, così, apice dell’Albero dei dispositori o Catena planetaria; inoltre forma un sestile con il Medio Cielo.
Nessun altro pianeta possiede Dignità essenziali a parte Mercurio, che in Bilancia ha la Dignità essenziale ma minore della Triplicità e si trova in fase mattutina rispetto al Sole, quindi anch’esso debole, ma al massimo della sua elongazione quindi della sua luminosità e visibilità. Mercurio, congiunto a Marte governatore dell’Ascendente, è il principale significatore delle attività poiché orientale al Sole, configurato alla Luna, in una casa angolare (nell’ultimo quarto della X Casa) e detiene i maggiori diritti sul Medio Cielo. E’ evidente come Saturno e Mercurio abbiano una posizione privilegiata nel tema. Gli onori a cui Calvino è pervenuto si riconoscono nella posizione di Saturno congiunto al Sole, che nella combustione diminuisce ulteriormente le sue virtù di malefico, nel luogo della sua esaltazione; come dalla congiunzione di Sole e Saturno a Spica, stella particolarmente benevola che determina fama ed elevata posizione sociale.
Anche Giove appare importante per la sua posizione molto prossima ad un angolo: a pochi gradi dall’Ascendente possiede una Dignità accidentale di tutto rispetto dovuta al moto diurno, inoltre è visibile, ma Saturno è di gran lunga più forte e Mercurio più in rilievo.
Molte altre immagini dell’universo Calvino mi vengono suggerite dall’incardinamento del tema: la cuspide della quarta casa Acquario, con Urano all’interno, fa già respirare il clima libertario della famiglia: il padre è simpatizzante anarchico, la madre socialdemocratica e fortemente antifascista, entrambi laici; inoltre presagisce il ruolo dell’autore nello sradicamento dalla tradizione e nella rivoluzione di schemi personali e collettivi. 
Il Medio Cielo Leone e la presenza di Mercurio nella X Casa, fanno pensare alla sua carriera precoce e brillante: pubblica già da giovane, poi è giornalista, scrittore, ha un incarico importante all’Einaudi; conosce grandi personaggi della politica e della letteratura, da Giolitti a Pavese, Hemingway, Neruda e moltissimi altri.
Ma non è un’analisi della vita dell’autore che mi propongo in queste pagine, seppure la sua biografia sia appassionante e tantissimo rimanga ancora da dire. La mia curiosità è stata mossa principalmente dalla relazione tra Saturno e Mercurio come viene suggerita da questo tema.
Innanzi tutto Calvino dà l’immagine della contrapposizione, della polarità tra leggerezza e peso (Mercurio e Saturno), catturando l’idea dell’energia pensiero prodotta da queste forze uguali e contrarie, quindi associabili.
Saturno e Mercurio sono accomunati dalla signoria sulla Triplicità d’Aria, secondo l’Astrologia classica. Entrambi hanno domicilio in un segno d’Aria e in uno di Terra. Per Mercurio il movimento è dall’Aria (Gemelli) alla Terra (Vergine), dove l’idea trova concretezza nella tecnica; mentre per Saturno dalla Terra (Capricorno) all’Aria (Acquario), a suggerire un processo inverso che distacca dalla materia, elevando verso la perfetta sfera delle stelle fisse cioè verso il divino.
Una delle prime connessioni è sicuramente il pensiero, l’astrazione. Il lavoro sinergico delle due forze mira alla fissazione della conoscenza, del lavoro intellettuale: Saturno raccoglie i frutti della trasmissione del sapere che avviene attraverso Mercurio, li condensa, li fissa e li rende fruibili.
Marsilio Ficino, nel suo De vita,  parla diffusamente dell’igiene fisico e mentale dei letterati che, a suo parere, vivono sotto l’influsso di Saturno e rischiano un eccesso di atra bilis o umor nero, il più pericoloso tra i quattro umori.
Ficino, inoltre, osserva che “Mercurio e Saturno sono costellati attraverso lo studio e il lavoro nel campo della letteratura e della scienza”. 
Per i neoplatonici Saturno rappresentava l’Intelletto. Macrobio, nel suo “Commento al sogno di Scipione” spiega come l’anima precipiti dal firmamento e si rivesta, attraversando le sfere dei pianeti, delle loro proprietà: quelle di Saturno sono raziocinio e intelligenza.
Pianeta dalle qualità controverse, Saturno è grave, freddo e schivo, legato alla privazione e alla perdita,  ma grazie a queste stesse proprietà porta alla contemplazione, all’ascetismo, alla speculazione intellettuale e filosofica. Il distacco dalle passioni, dall’ego, è indispensabile per intraprendere qualsiasi percorso spirituale.
Saturno e Mercurio rappresentano l’archetipo del senex e del puer, ampiamente analizzato da Hillman nella sua opera “Puer aeternus”. Il grande vecchio e l’eterno fanciullo sono le polarità di un’energia creativa e, funzionando in equilibrio, producono la concretizzazione della creatività intellettuale, dove la genialità del puer viene fissata dal rigore e dal peso (inteso come spessore, importanza) del senex, altrimenti andrebbe dispersa. Interessante notare come Hillman, in gran parte del suo lavoro, riconosca alla melanconia e alle altre manifestazioni di Saturno un ruolo produttivo nell’economia della psiche. Racconta Thomas Moore (filosofo, teologo, musicologo e psicoterapeuta, allievo di Hillman) che durante una conferenza a un’università, alcuni studenti chiesero a Hillman perché la sua psicologia si riferisse così spesso alla depressione come per sostenerla. Egli replicò, in sostanza, che la depressione ci obbliga a spostarci verso l’interno, creando uno spazio psichico per una riflessione più profonda, dove l’anima cresce e la superficie degli eventi diventa meno importante. Questa risposta si collega ai concetti dell’autore sulla coscienza del senex : un Saturno che sospinge ai margini, dove le nostre immagini diventano primordiali, affinate, lontane dai nostri consueti schemi di riflessione, dalle nostre forme abituali, dai riferimenti personali.
Nel primo romanzo di Calvino “Il sentiero dei nidi di ragno”, l’archetipo della polarità Mercurio-Saturno è incarnata in Pin, il protagonista adolescente che si unisce ai combattenti partigiani, che è “bambino e capo dei grandi”, in una convergenza di anima fanciullesca e chiaroveggenza senile che esclude la maturità.
Moravia, in un commento alle “Lezioni americane” dice: "Non è il libro di un vecchio, ma di un giovane che vede la letteratura come una donna amata, bellissima e ritrosa, che vuole conquistare -  … e anche lui usa l’immagine del giovane e del vecchio!".
Questo breve studio può essere utile per comprendere quanto l’accostarsi alle basi dell’Astrologia classica sia accessibile e produttivo. L’integrazione ragionevole tra le conoscenze antiche e gli apporti moderni, in astrologia, permette di colmare i vuoti di entrambe le correnti.

Bibliografia:

“Lezioni americane”  -  Italo Calvino -  Oscar Mondadori

“Album Calvino”   -  Baranelli e Ferrero  -  Mondadori

“Saggi (1945-1985)”  -  Italo Calvino -  a cura di Mario Barenghi  -  Mondadori

“Pianeti Interiori”  -  Thomas Moore  -  Moretti e Vitali


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